Mourinho strategia vincente per la A.S. Roma

Josè Mourinho con la UEFA Conference League appena vinta a Tirana

Per anni come molti tifosi ho / abbiamo sperato in un allenatore che fosse in grado di portare sulle spalle la ricostruzione della squadra della ROMA abbastanza devastata e abbandonata a se stessa dagli ultimi anni della gestione Pallotta, che vende ad agosto 2020. In questi anni sono passati direttori sportivi famosi come Sabatini, Petrachi e Monchi che hanno sostanzialmente fallito nella loro esperienza romana.

La via degli allenatori degli ultimi 10 anni è quella che è stata più battuta. In questo caso pochi fallimenti clamorosi ma più che altro l’esaurimento delle energie lungo il percorso. La sensazione che alla fine non sapessero che pesci pigliare. La squadra ad un certo punto, dopo un anno e mezzo non andava bene, loro non sapevano che pesci prendere, l’ambiente romano trovava il suo capro espiatorio, i giocatori ci stavano comodissimi e si passava alla sostituzione.

AllenatoreStagioneCoppe EuropeeSerie A
Rudi GARCIA2013-2014
2014-2015
2015-2016
no UEFA
CL poi EL ottavi
—————-
2
2
Esonerato 20 Giornata
Luciano SPALLETTI2015-2016
2016-2017
CL ottavi di finale
CL playoff EUL ottavi
3 (Subentrato)
2
Eusebio DI FRANCESCO2017-2018
2018-2019
CL semifinale
CL ottavi di finale
3
Esonerato 27 Giornata
Claudio RANIERI2018-2019—————6 (Subentrato)
Paulo FONSECA2019-2020
2020-2021
EUL ottavi di finale
EUL semifinale
5
7
Josè Mourinho2021-2022UCL vincitore6

Anche in questa stagione si è ripetuto lo stesso copione. La squadra verso gennaio 2022 va in crisi, perde 3-4 con la Juventus in casa dopo essere stata in vantaggio per 3-1. Mourinho a fine partita non lascia spazio alle ambiguità, dice: “Non sarò io a scendere al livello dei miei giocatori, saranno loro a dover salire al mio.” Giornalisti e radio romane che ancora avevano tentennato iniziano a “sfondare Mourinho” il termine lo usano loro stessi. Davvero in pochi nell’ambiente romano resistono alla tentazione. Mourinho maltratta spesso la categoria e la risposta è quasi corale, in pochi resistono al solito gioco del bollito ecc.. Il grosso parla invece di squadra allenata male, di allenatore che ha cacciato calciatori dalla rosa facendo un danno alla società, …di non saper gestire lo spogliatoio, soprattutto dopo Bodo-Roma 6-1, riecheggia l’audio di Di Canio quello che diceva “avete preso il peggio del peggio“.

La piazza, lo stadio, gli ascoltatori, insomma i tifosi della Roma invece sono una fortezza, Mourinho non si tocca, questa volta posso andarsene i giocatori se necessario. La compattezza della città blinda l’allenatore e non lascia spazio alla squadra se non quello del miglioramento.

Avevo scritto un post per la partita che si è poi rivelata in effetti essere uno dei punti di svolta della stagione. Febbraio 2022 Roma – Verona, la ASR va sotto di due gol, entrano i giovani della primavera nel secondo tempo e si pareggia. Da quel giorno Zalewski e altri non torneranno più nella squadra primavera.

La Roma finisce sesta in campionato più o meno con gli stessi punti della stagione precedente e vince a Tirana la UEFA Conference League contro gli olandesi del Feyenoord. Ma le differenze con lo scorso anno sono enormi.
Josè Mourinho e il suo staff e la ASR tutta hanno dimostrato di avere la capacità di cogliere le opportunità offerte dalla passione che circonda la squadra. Di affrontare Coppa e Campionato con lo stesso fomento.
Un lavoro su molti livelli dove mentre dava più nell’occhio quello populista: recriminazioni per torti arbitrali evidenti e ripetuti, “maltrattamento” del cosiddetto ambiente romano ossia quella galassia di giornalisti, radio sportive e siti che gravitano intorno alla AS ROMA. Josè Mourinho non ha bisogno e non si fa impressionare dal loro microfono, sta su un livello molto più alto, internazionale, e le conferenze stampa di questa stagione sono state una specie di sit-com seguitissima dove il tecnico mollava qualche frecciatina, talvolta rasentando il bullismo verso alcuni di questi personaggi.

Un altro livello è stato quello operato con i tifosi. Mourinho evidentemente conosceva le potenzialità della piazza romana. Nei due anni all’Inter da qui era passato. Arrivato a Roma però ha capito già all’aeroporto che qui era un’altra storia. Subito ha dichiarato che noi l’inno lo avremmo cantato all’inizio della partita piacesse o meno al regolamento della Serie A e l’inno si è cantato.
Altra strategia riempire lo stadio. Dopo le pause Covid si è ripartiti con biglietti a prezzi calmierati e mini abbonamenti alla portata di tutti con il risultato di un grande ritorno di popolo allo stadio, anche di bambini e vecchi tifosi/e.
Si è dato dignità a tutti, quelli da casa, quelli allo stadio, quelli al maxischermo… ci ha anche detto abbandonare le scaramanzie. Se una squadra perde non è certo perché qualcuno sta davanti ad un maxischermo. Ci ha fermato durante gli olè contro la Lazio, ma ci ha chiesto di non essere semplici spettatori TUTTI per il ritorno della semifinale contro il Leicester City. Diciamocelo Mourinho ha fatto anche il capo del COMMANDO.

Altri livelli che sono più tecnici e che a malapena percepiamo sono quelli dei dati oggettivi. Giocatori che fino all’anno scorso sembravano fatti di pastafrolla quest’anno continuavano a macinare partite senza infortuni. Sempre gli stessi 11, 12, 13 forse 14. In campo ogni tre giorni.
Il lavoro dello staff sulla “panchina aggressiva”. Niente è stato più fatto passare, nemmeno un fallo laterale con la Salernitana, abbiamo richiesto, preteso, tutto quello che ci spettava. Anche se i torti non sono mancati e il VAR in Italia ha fatto danni serissimi al gioco. Ricerca del 11 e del modulo giusto, una difesa invalicabile, un centravanti Tammy Abrahm che non ha fatto rimpiangere il più esperto Dzeko andato all’Inter dopo due anni di tentativi di trovarsi altre squadre.

Gestione calciatori e spogliatoio. Già nel documentario ALL OR NOTHING che racconta l’esperienza di Mourinho al Tottenham si capisce che quello è il vero regno di Mou. Per quel che ci ha voluto far vedere, ovviamente. Giocatori, fragili e incerti sono diventati giganti. Uno su tutti Lorenzo Pellegrini, su di lui Mourinho scommette fin dalle prime giornate, dichiara “se ne avessi 3 ne schiererei 3“. Il capitano della Roma, prima considerato da una parte della tiofseria presuntuoso e di alterno rendimento, acquisita sicurezza e collocato in un ruolo che fa per lui, mette a segno una stagione stupenda, viene anche designato UEFA Europa Conference League Player of the Season. E il ruolo da capitano a soli 25 anni lo interpreta nel migliore dei modi.

Tirana 25 maggio 2022 Lorenzo Pellegrini solleva il trofeo

Il resto come si dice a Roma è storia…

Parata della Vittoria 26 maggio 2022

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