Facebook… carramba che sorpresa 2.0

Ho fatto un giretto per esplorare Facebook e che cosa ci fa la gente dato che a prima vista non lo capivo.

Essendo questa una ricerca scientifica seria 🙂 mi sono procurato una cavia perditempo e sempre pronta a saltare sull’ultimo must internettaro che siano blog, chat, forum, e-bay, second-life… ora Facebook non poteva mancare. La cavia è necessaria per osservare e annotare comportamenti e reazioni che non siano esclusivamente quelle del ricercatore.

Allora alla fin fine non si fa praticamente nulla, al contrario di altri strumenti di “social-networking” o web 2.0 che comunque piccole o grandi utilità le hanno se pensiamo a Skype ed al solo fatto di fare chiamate intercontinentali senza spendere nulla o usarlo anche per lavorare a distanza, oppure il più frivolo MySpace che ci offre sicuramente, soprattutto una volta trovato un filone artistico/musicale che ci interessa, la possibilità di scoprire sonorità/ambienti affini ma prima sconosciuti.

In Facebook mi pare non ci sia nulla di tutto ciò… si aderisce a dei gruppi che si sentono più o meno importanti a seconda degli aderenti ottenuti alla loro “causa”. Certe cose possono anche far fare un sorriso come il gruppo “Grande SUV piccolo pene” segnalato dall’ottimo Nicoletti su Melog e che mi hanno incuriosito e fatto tornare a vedere Facebook dato che ne sento parlare sempre più spesso.

Altre attività non mi pare di vederne tranne persone che scrivono banalità tipo: “oggi ho mangiato troppo” o cose del genere non mi è parso di vederne, per quanto riguarda invece il rimorchiare con Facebook boh non mi ci ci sono dedicato e la cavia su questo aspetto non si è fatta analizzare, anzi ovviamente nega. 🙂

Un’altra cosa che si fa su Facebook è quello di cercare la gente… quindi vi scervellerete a ricordare nome e cognome di chi conoscete e “potrebbe stare su Facebook“, per poi vedere se c’è o se non c’è… e poi se c’è vedere che foto ha messo, chi sono i suoi “amici”… c’è qualcosa di voyeuristico o di spionistico in tutto ciò.
Si possono anche banalmente cercare i propri parenti, zii e cugini che non si vedono da anni dando quindi vita ad un “Carramba che sorpresa” o un “C’è posta per te” fai da te.

In pochi clic possiamo capire opinioni politiche, gusti personali e rete di amicizie, conoscenze della persona che “sta su Facebook” collegandole al proprio nome e cognome perchè se non stai su con nome e cognome non ha senso dato che il gioco più diffuso è cercare o farsi torvare dai vecchi compagni di scuola (ahime pare che il grosso delle ricerche siano queste). Ci si troverà a ripetere davanti al monitor scene alla “Compagni di scuola” di Verdone con battute tipo “Fabbris … tu c’hai avuto un crollo” .

Il fatto che però a questo “outing”, anche politico, in tempi che mi paiono tutt’altro che sereni e spensierati dato che vedo poliziotti ed esercito dappertutto, si sottopongano anche persone che vorrebbero trasformazioni radicali della società mi pare abbastanza ingenuo o pericoloso, regalado in questo modo tutta una serie di reti e contatti che per quanto effimeri comunque aiutano il Big Brother. E non sono un paranoico, anzi, ma sono consapevole che ci sono palazzi e palazzi governativi pieni di impiegati seduti su “ettari di mainframe” che sono pagati per controllarci e catalogarci perchè… non si può mai sapere.

Comunque magari se si abita in province culturalmente piatte e ci si rompono davvero le palle… boh forse meno peggio dell’eroina è. Fate un po voi 🙂

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My Subbuteo

Dalla quarta elementare 1977/78 il mio compagno di banco è un ragazzino dell’EUR e un pomeriggio, dopo scuola vado a “giocare da lui”. Trovo ad aspettarmi un fantastico campo di panno verde su un tavolo con sopra Borussia Möenchengladbach contro Ajax o forse Olanda-Polonia ? Insomma il mio compagno di banco, molto benestante, aveva il Subbuteo e tantissime squadre (HW)… è stato amore a prima vista.

Dopo un po’ inizia il consueto martellamento sui miei genitori per avere anche io delle squadre e tra le prime, forse per prima, arriva la ref. 224 Frem Copenaghen, scelta dopo accurate sessioni di studio, lunghe parecchie ore, sul mitico catalogo. Dopo si sottoponeva l’elenco delle prescelte al negoziante di turno sperando che ce ne fosse qualcuna disponibile.

Poi, più tardi, arriva anche la Club Edition, quelle con gli zombie. E inizano anche i Tornei con mio fratello minore, opportunamente formato da me al Subbuteo. Sono anche gli anni dell’album Panini, del Guerin Sportivo dove verificare come andavano nei campionati esteri i nostri team in formato 0:0, le tv private che danno il calcio estero e mio cugino mi porta anche allo stadio a vedere il derby con la Roma con le maglie Pouchain.

Insomma è tutto un crescendo di coinvolgimento di un calcio che appassiona e va replicato sul Subbuteo… le Coppe con le squadre inglesi, campionati misti (Fluminense-Arsenal o Argentina-Genoa) fino alla vittoria dei Mondiali del 1982, lo Scudetto della Roma e la finale di Coppa dei Campioni che mi vedo allo Stadio come tutte le partite di qualificazione. Nel frattempo sono arrivati i quindici anni gli amici, il muretto, le superiori, la musica, la curva, i collettivi… si affacciano tante nuove cose e il Subbuteo rimane dietro l’armadio.

Rimane l’affetto e nei successivi traslochi porto con me le due squadre (hw off course) rimaste in undici, Frem (poi replicata per giocare anche oggi, e Irlanda del Nord; le altre 16 squadre che alla fine avevamo collezionato con mio fratello non so che fine hanno fatto e forse non voglio neanche saperlo, comunque non si trovano più.

Negli anni successivi quando capitava lo riguardavo nei negozi, si trovava sempre più raramente e con quelle brutte squadre LW con colori sbiaditi, dipinti a macchina e scatola di polistirolo… penso ogni tanto a rimettere su il campo, ma poi non lo faccio mai.

Alla soglia dei quarant’anni leggo un’articolo sul Corriere “Letta, i 40enni e il Subbuteo maestro di vita Sfide sul panno verde con Prodi jr: come in politica, perde chi ha la mano pesante”.  Cavolo! e allora c’è chi gioca ancora… esploro la rete con Google e trovo l’articolo “Sono un aggiottatore” di Luca Sofri, mi ci ritrovo parecchio e scopro che su E-bay, che snobbavo fino ad allora, c’è di tutto e di più.

Mi compro una bella Club Edition, con gli amati, e già nel 1978 rari, moulded con le loro scarpe bianche, ed anche qualche squadra che pago sui 15 euro West Ham, Chelsea, palline e porte World Cup poi cerco le regole on-line e qualcosa non mi quadra.
Regole strane, diverse da quelle che mi ricordavo… scopro che quello là è il calcio da tavolo, che si gioca con squadre hi-tech e molto costose che somigliano molto ai calciatori di oggi, a me invece piacciono le maglie di una volta e le squadre hw.

Tra un link e l’altro siti che non funzionano, polemiche furiose e gente se ne dice di tutti i colori arrivo anche al forum dell’ Old Subbuteo dove non ci sono polemiche, si gioca come una volta, si commentano le aste folli di e-bay e soprattuto i partecipanti sembrano essere molto alla mano.
Frequento un po’ il forum e alla fine complice la domenica libera dico “ma si andiamo” e vado con un paio delle “nuove” squadre comprate su E-bay alla Coppa Carnevale, accoglienza fantastica, nelle partite neanche mi massacrano di gol anzi ottengo anche un pareggio, poi a pranzo mi siedo accanto a Tomas72 e tra una chiacchiera e l’altra esce ma dove abiti? ma dai? pure io.. e pure lui incredibile.

Dopo un po’ convocazione degli stati generali dell’Old Subbuteo alla Tana dei Serpenti (Club del Rione Monti) che scoppia di gente, purtroppo si scopre che non c’è lo spazio per stare tutti insieme, ci si conta e ci sono numeri, la volontà e l’opportunità di aprire un secondo Club: Il nido dei rapaci.
Al “Nido” si va avanti in armonia per parecchi mesi, poi qualcosa si incrina e viene aperto anche un nuovo Old Subbuteo Club, il Lupa Capitolina, questa vota la sede è davvero bella, il Circolo della Romulea dentro il Campo Roma a San Giovanni, calcio vero e Subbuteo uno accanto all’altro e quest’anno inizia anche il campionato anche se sarà dura dato che i concorrenti sono tutti molto forti.

Finito anche questo capitolo con il Club Lupa Capitolina, in attesa di una nuova squadra.

Nel frattempo tra compagni dei Centri Sociali e dintorni ci facciamo pure qualche Torneo in giro per gli spazi autogestiti è il Subbuteo Antagonista dove per ora una volta sono arrivato in finale (persa).

Perche NON bisogna fare le ciclabili sui marciapiedi

Motivo no. 1 Manteniamo le nostre priorità ben stabilite

In una visione di mobilità sostenibile e di una città giusta ed equa, le
priorità dell’infrastruttura dovrebbero essere:

1.    pedoni e persone con handicap
2.    ciclisti
3.    chi usa il trasporto pubblico
4.    automobilisti

Motivo no. 2 la maggior parte dei nostri marciapiedi non sono abbastanza
ampi nemmeno per i pedoni

Come scritto nel regolamento internazionale, in genere il marciapiede deve
avere almeno 1.5 metri d’ampiezza libera d’ostacoli (la chiamata
pedestrian zone nella figura) perché due persone si possano incrociare
senza interferenza, e nelle strade principali con maggiore densità
quest’ampiezza deve essere di almeno 2.5 metri e di 3 nelle zone
commerciali (senza contare lo spazio degli “immobili urbani” e della
vegetazione).

Motivo no. 3 non vogliamo conflitto tra ciclisti e pedoni

Una pista ciclabile ha bisogno di almeno 1.5 metri perciò se non abbiamo a
disposizione un ampio spazio di oltre 4 metri e bassa densità di pedoni
come ad esempio lungo i fiumi o in alcuni parchi, il conflitto quando
progettiamo una pista ciclabile sul marciapiede tra pedoni e ciclisti è
molto grande.

Motivo no. 4 la bicicletta è un programma serio di mobilità urbana, non
deve essere visto come un giocattolo. Deve essere visto come un mezzo di
trasporto e come tale essere integrato e protetto nel flusso dei mezzi di
trasporto

In genere i ciclisti preferiscono andare sulla pista ciclabile gia che:

a)    riescono a raggiungere maggiore velocità
b)    hanno meno ostacoli (pedoni, “immobili urbani”, vegetazione, ecc…)
c)    possono incorporarsi e uscire con maggiore facilità verso altre vie e
verso la loro meta

Motivo no. 5 Verso una sostenibilità, convivenza e visibilità

Visto tutto quel suddetto è meglio togliere spazio all’automobilista a
favore di un mezzo non inquinante né responsabile d’incidenti gravi e
che fomenta l’attività fisica quale la bicicletta. Inoltre gli
automobilisti devono imparare a convivere e rispettare i ciclisti,
soprattutto quando sono meno visibili per l’automobilista (si pensi
soprattutto nello svoltare a destra ad un incrocio)

tratto da: http://www.itdp.org/documents/Reasons%20Not%20to%20construct%20Bikelanes%20on%20Sidewalks.pdf
tradotto da: Juan Camilo