Take a break

Dopo mesi di tentativi di riportare alla dimensione adeguata, ossia quella di persone che discutono riguardo ad un gioco di pupazzetti, alcuni atteggiamenti decisamente fuori luogo, prendo una pausa, anzi cambio squadra anche perchè più di tanto non si può rimanere a stare a fare il pompiere.

Adesso spero di tornare a passare qualche oretta spensierata giocando senza dover stare a discutere sui comportamenti di questo o quel giocatore… di questo o quel club… di questo o quel circuito.

Spero serva a tutti anche se ho ragionato in primis rispetto alla mia condizione e al mio desiderio di stare tranquillo, almeno in questo ambito.

Certo mi mancheranno gli amici e l’ambiente del Club ma il livello per altro verso si era davvero fatto assurdamente pesante rispetto al contesto… che per me è, e rimane, un gioco di pupazzetti.

So che potrebbe sembrare lo stesso atteggiamento di chi dice “vi state avvelenando per undici scemi che corrono dietro ad una palla” e infatti anche con il calcio, dal 1986 (Roma-Lecce 2-3) sono guarito 🙂 e oggi ho un rapporto sereno, gioisco e festeggio le vittorie, ma non mi rovino la vita e nemmeno la giornata per una sconfitta o un trasferimento di un giocatore.

My Subbuteo

Dalla quarta elementare 1977/78 il mio compagno di banco è un ragazzino dell’EUR e un pomeriggio, dopo scuola vado a “giocare da lui”. Trovo ad aspettarmi un fantastico campo di panno verde su un tavolo con sopra Borussia Möenchengladbach contro Ajax o forse Olanda-Polonia ? Insomma il mio compagno di banco, molto benestante, aveva il Subbuteo e tantissime squadre (HW)… è stato amore a prima vista.

Dopo un po’ inizia il consueto martellamento sui miei genitori per avere anche io delle squadre e tra le prime, forse per prima, arriva la ref. 224 Frem Copenaghen, scelta dopo accurate sessioni di studio, lunghe parecchie ore, sul mitico catalogo. Dopo si sottoponeva l’elenco delle prescelte al negoziante di turno sperando che ce ne fosse qualcuna disponibile.

Poi, più tardi, arriva anche la Club Edition, quelle con gli zombie. E inizano anche i Tornei con mio fratello minore, opportunamente formato da me al Subbuteo. Sono anche gli anni dell’album Panini, del Guerin Sportivo dove verificare come andavano nei campionati esteri i nostri team in formato 0:0, le tv private che danno il calcio estero e mio cugino mi porta anche allo stadio a vedere il derby con la Roma con le maglie Pouchain.

Insomma è tutto un crescendo di coinvolgimento di un calcio che appassiona e va replicato sul Subbuteo… le Coppe con le squadre inglesi, campionati misti (Fluminense-Arsenal o Argentina-Genoa) fino alla vittoria dei Mondiali del 1982, lo Scudetto della Roma e la finale di Coppa dei Campioni che mi vedo allo Stadio come tutte le partite di qualificazione. Nel frattempo sono arrivati i quindici anni gli amici, il muretto, le superiori, la musica, la curva, i collettivi… si affacciano tante nuove cose e il Subbuteo rimane dietro l’armadio.

Rimane l’affetto e nei successivi traslochi porto con me le due squadre (hw off course) rimaste in undici, Frem (poi replicata per giocare anche oggi, e Irlanda del Nord; le altre 16 squadre che alla fine avevamo collezionato con mio fratello non so che fine hanno fatto e forse non voglio neanche saperlo, comunque non si trovano più.

Negli anni successivi quando capitava lo riguardavo nei negozi, si trovava sempre più raramente e con quelle brutte squadre LW con colori sbiaditi, dipinti a macchina e scatola di polistirolo… penso ogni tanto a rimettere su il campo, ma poi non lo faccio mai.

Alla soglia dei quarant’anni leggo un’articolo sul Corriere “Letta, i 40enni e il Subbuteo maestro di vita Sfide sul panno verde con Prodi jr: come in politica, perde chi ha la mano pesante”.  Cavolo! e allora c’è chi gioca ancora… esploro la rete con Google e trovo l’articolo “Sono un aggiottatore” di Luca Sofri, mi ci ritrovo parecchio e scopro che su E-bay, che snobbavo fino ad allora, c’è di tutto e di più.

Mi compro una bella Club Edition, con gli amati, e già nel 1978 rari, moulded con le loro scarpe bianche, ed anche qualche squadra che pago sui 15 euro West Ham, Chelsea, palline e porte World Cup poi cerco le regole on-line e qualcosa non mi quadra.
Regole strane, diverse da quelle che mi ricordavo… scopro che quello là è il calcio da tavolo, che si gioca con squadre hi-tech e molto costose che somigliano molto ai calciatori di oggi, a me invece piacciono le maglie di una volta e le squadre hw.

Tra un link e l’altro siti che non funzionano, polemiche furiose e gente se ne dice di tutti i colori arrivo anche al forum dell’ Old Subbuteo dove non ci sono polemiche, si gioca come una volta, si commentano le aste folli di e-bay e soprattuto i partecipanti sembrano essere molto alla mano.
Frequento un po’ il forum e alla fine complice la domenica libera dico “ma si andiamo” e vado con un paio delle “nuove” squadre comprate su E-bay alla Coppa Carnevale, accoglienza fantastica, nelle partite neanche mi massacrano di gol anzi ottengo anche un pareggio, poi a pranzo mi siedo accanto a Tomas72 e tra una chiacchiera e l’altra esce ma dove abiti? ma dai? pure io.. e pure lui incredibile.

Dopo un po’ convocazione degli stati generali dell’Old Subbuteo alla Tana dei Serpenti (Club del Rione Monti) che scoppia di gente, purtroppo si scopre che non c’è lo spazio per stare tutti insieme, ci si conta e ci sono numeri, la volontà e l’opportunità di aprire un secondo Club: Il nido dei rapaci.
Al “Nido” si va avanti in armonia per parecchi mesi, poi qualcosa si incrina e viene aperto anche un nuovo Old Subbuteo Club, il Lupa Capitolina, questa vota la sede è davvero bella, il Circolo della Romulea dentro il Campo Roma a San Giovanni, calcio vero e Subbuteo uno accanto all’altro e quest’anno inizia anche il campionato anche se sarà dura dato che i concorrenti sono tutti molto forti.

Finito anche questo capitolo con il Club Lupa Capitolina, in attesa di una nuova squadra.

Nel frattempo tra compagni dei Centri Sociali e dintorni ci facciamo pure qualche Torneo in giro per gli spazi autogestiti è il Subbuteo Antagonista dove per ora una volta sono arrivato in finale (persa).

Subbuteo Fair a Roma

subbuteo fair

a proposito articolo uscito su il MANIFESTO

Il culto lento e moderno del vecchio Subbuteo

Mentre il calcio da tavolo sogna di diventare uno sport a tutti gli effetti, gli appassionati dell’antico gioco inglese organizzano tornei via internet tra arte, fair play e panno verde. Sabato e domenica a Roma una fiera del calcio in miniatura per tornare bambini
Luca Manes
Può sembrare paradossale, ma coloro che predicano il culto dell’Old Subbuteo, e nemmeno troppo velatamente dell’Old Football, si sono conosciuti attraverso lo strumento tecnologico moderno per antonomasia: internet. E’ stata la rete, tramite siti web e soprattutto un frequentatissimo forum (quasi 400 iscritti e migliaia di messaggi), ad allacciare una estesa rete di contatti fra subbuteisti di tutta Italia, che spesso si conoscono per nickname piuttosto che per nome di battesimo. L’età media è alta, più vicina ai quaranta che ai trenta. In parecchi hanno ritirato fuori da soffitte e cantine le vecchie squadre ed il campo un po’ impolverato, facendosi travolgere dal richiamo di una passione mai sopita, che per lunghi anni di inattività ha covato sotto un massiccio strato di «diversivi», fatti di studio, lavoro, famiglia o quant’altro.
Intanto il Subbuteo ne ha passate di tutti i colori. Il marchio è passato da una proprietà inglese, la Waddington, a una grande compagnia americana, la Hasbro, che dopo aver addirittura pensato di cessare la produzione, adesso ha immesso sul mercato un numero di squadre molto ridotto, «personalizzando» le miniature con i tratti somatici dei singoli giocatori. Insomma, niente più Frem (squadra danese, indicata con il numero 224 nel vecchio catalogo Subbuteo) o Fortuna Dusseldorf (team tedesco, numero 127), ma solo Manchester United con i pupazzetti di Rooney e Ronaldo a far presa sulle nuove generazioni cresciute a pane e Sky. Nel frattempo il gioco ha vissuto una sorta di scisma, o evoluzione che dir si voglia. I primi produttori indipendenti hanno modellato delle nuove miniature. Materiali più performanti, come si direbbe in Formula Uno, e ovviamente senza la denominazione Subbuteo. Questi perfetti strumenti di gioco sono quelli preferiti dagli aderenti alla Federazione Italiana Calcio da Tavolo. Già, il calcio da tavolo. E’ il nipotino, il figlio o il figliastro del Subbuteo? Di sicuro ha una struttura molto più «professionale», con tornei in cui l’agonismo la fa da padrone, e l’ambizione di diventare uno sport, entrando nell’alveo del Coni. Chi lo pratica ad alto livello e ne gestisce l’organizzazione ha alle spalle decenni di partite su un panno verde e ha deciso di sposare senza remore i nuovi materiali e la nuova filosofia di gioco – che a volte si avvicina più al biliardo che al vecchio calcio in miniatura. Come accadeva con il Subbuteo, anche nel calcio da tavolo gli italiani se la cavano benissimo, visto che a livello mondiale ed europeo di frequente hanno fatto man bassa di titoli nelle varie categorie (si va dagli under 12 ai veterani, passando per le donne e la categoria open).
Coloro che praticano il vecchio Subbuteo pongono in secondo piano il fattore agonistico. Preferiscono pensare che sia un bel gioco e basta, dove la prima regola è il fair play e il legame con il calcio dei bei tempi andati è saldo come non mai. Forse è un’estremizzazione eccessiva, ma vedendo questi quarantenni ritornare bambini intorno ad un campo in miniatura, viene quasi da pensare che il Subbuteo sia l’antidoto perfetto contro il calcio moderno. Per Trollino, alias Luca Zacchi, presidente di uno dei club romani, l’Old Subbuteo sta a qualsiasi altro gioco o sport come Slow Food sta a McDonald’s. «E’ quell’andar lento che ti fa percepire la bellezza del giocare e dello stare insieme, che ti fa sentire il profumo della plastica e del lucido, che ti fa prendere un gol sotto l’incrocio perchè ti distrai a guardare come è ben dipinta la squadra avversaria. Old Subbuteo è mangiare assieme al tavolo, senza cestini, senza fast food, con tutto il tempo per il dolce e il caffè», spiega Zacchi.
Fra questi Peter Pan del football c’è chi non ha mai smesso di collezionare squadre HW – quelle con la barretta, non quelle con il tondino, le meno ricercate LW – piuttosto che le tribune in scala o altre preziose memorabilia prodotte decenni fa con il marchio con l’altero profilo del falco subbuteo (l’inventore, Peter Adolph, era ornitologo). Nella community ci si scambiano consigli su come acquistare un pezzo raro su E-bay – altro must dell’old subbuteista e dove si spendono anche 270 euro per un Admira Wacker anni Settanta, anche se negli ultimi tempi tocca stare attenti ai «furbacchioni» – ci si raccontano storie di subbuteo e football di 30 anni fa, si organizzano i tornei. A proposito, agli Old subbuteisti il torneo piace se è un po’ cialtrone, ovvero fatto di sana allegria, un lauto pranzo tutti insieme appassionatamente e tanto fair play. Il massimo è «rifare» qualche campionato d’antan. «A Castiglione Olona, vicino Varese, a inizio aprile hanno rigiocato la serie A 1977-78», racconta Lodolaio, al secolo Marco Trotta, dell’Old Subbuteo Club Capitolino. «Per scegliersi una delle sedici squadre che hanno partecipato a quella edizione del campionato, gli iscritti al torneo hanno preso parte ad una vera e propria asta, il cui ricavato (quasi 500 euro) è andato in beneficenza al Comitato Tutela del Bambino in Ospedale». Per la cronaca lo «scudetto» se l’è aggiudicato il Verona, ultima classificata la Juventus, che nel 1978 si era laureata campione d’Italia.
Proprio a Olona hanno fatto il loro esordio alcuni dei nuovi materiali che riproducono pedissequamente le vecchie squadre anni settanta – altri tentativi di imitazione sono stati già messi in atto, con un discreto successo presso gli amatori. Uno degli sfizi del subbuteista – ma non di tutti, si badi bene – è dipingersi da solo le squadre, infarcendole dei particolari che le fanno assomigliare in tutto e per tutto a quelle che scendono in campo nella realtà. Intendiamoci, la mania Old è talmente imperante che gli «artisti» realizzano più spesso le compagini del passato che quelle del presente. «Con i miei pennellini ho ridato vita a team storici come i Wanderers (primi vincitori della Coppa d’Inghilterra nel 1872) o il Grande Torino di Mazzola e Gabetto. Il piacere di dipingere le vecchie maglie è che sono pulite, essenziali, non deturpate da sponsor o da altre bizzarrie dei giorni nostri», afferma orgoglioso Memorabilia, uno dei migliori tra i Subbuteo Artist.
Chi vuole acquistare, o anche solo dare un’occhiata a queste meraviglie, oggi e domani può fare un salto a via del Vaccaro 9, a Roma. E’ lì che si svolge la seconda edizione della Subbuteo Fair, promossa dall’associazione Action Now – Play Old Style. L’evento, a cui parteciperanno le vecchie glorie di Roma e Lazio Sormani e Giordano, è arricchito da una mostra di football memorabilia, tra cui i programmi dei derby calcistici londinesi dagli anni cinquanta agli ottanta. E fra tanta nostalgia e la caccia a qualche rarità, ci sarà pure il tempo per fare due tiri con le vecchie, amate miniature.

40enni e Subbuteo

Ma che mi tocca leggere Letta, i 40enni e il Subbuteo maestro di vita

Beati loro che hanno il tempo e gli amichetti per giocare

Vintage Subbuteo un bel sito dove ci sono le foto di tutte le squadre… quanti sogni

Qui una foto di un paio delle mie old-style (Frem e Irlanda del Nord… portiere naturalizzato 🙂 forse da Haiti) tutti con classica incollata di UHU per riparazione 🙂

Frem

Squadra subbuteoFammi ricordare quali avevamo noi (brotherz):
Frem, Olanda, Genoa, Roma, Brasile, Argentina, Italia, Celtic, Arsenal, Irlanda del Nord, Inghilterra, West Ham, Strasburgo, Manchester City, Haiti, Fluminense e forse altre oltre alle due di default rossa e blu (per noi erano Nottingham Forest e Rangers Galsgow… un po’ anglofili?)
Panno sulla tavola dietro l’armadio, porte World Cup e addirittura tabellone… poi arrivò l’Atari e i videogames

A legger bene si evince che il Subbuteo è di sinistra… e noi lo fummo, fin da bambini!!! 😉